giovedì 17 aprile 2014

Se i #giovani non sono una risorsa per il territorio #telelavoro #senior #job

Si parla sempre dei giovani come un’importante risorsa per il nostro sistema Italia. Sui giovani bisogna investire, formarli e aiutarli a creare una nuova società. Dalla mia esperienza questo non è sempre vero soprattutto se partliamo di territorio e zone svantaggiate (isole e regionei del sud).

Prima di tutto la scuola.
Ovviamente ogni persona ha le proprie ambizioni, predisposizioni e voglia di mettersi in luce, ma un aspetto che non viene preso in considerazione è la voglia da parte di uno studente di rimanere a lavorare e vivere nel posto dove è nato.
Considerando questo aspetto fondamentale della vita personale (e anche dello sviluppo del territorio) le scuole hanno l’obbligo di informare lo studente che si appresta ad iscriversi alle scuole superiori o università, delle possibilità lavorative che offre la propria regione. Ad esempio in Puglia, nella provincia di Brindisi  è diffusa l’industria petrol-chimica, farmaceutica e metalmeccanica. Molto spesso basta un diploma per poter iniziare a lavorare, specializzarsi e rimanere a vivere nella propria terra.
Ognuno è libero di scegliere la propria strada, ma penso che le scuole dovrebbero mettere in risalto verso i propri studenti quali siano i reali sbocchi professionali sul territorio.

A questo si aggiunge anche la specificità territoriale della propria regione/provincia, che nel caso della Puglia è da sempre stato il turismo e la gastronomia. Per non parlare delle produzioni di eccellenza che si stanno perdendo: olio e vino.

Gli incentivi inutili
Direttamente collegato è il discorso degli incentivi per startup innovative o per corsi di formazione per giovani.
Personalmente sono stanco di vedere questo flusso continuo di incentivo verso startup improbabili e sempre meno legate al territorio. A mio avviso ogni regione e territorio dovrebbe individuare bene le proprie speficità e dare un forte contributo a chi realizza iniziative per il supporto alla produzione di olio e vino, supporto al turismo ed enogastronomia.
Sono questi gli argomenti e le tematiche che possono aiutare i giovani a creare impresa sul proprio territorio. In cambio la propria terra ha nuove idee per sostenere la propria produzione e soprattutto giovani che producono, hanno un reddito e spendono sullo stesso territorio.

Si perchè (e mi collego al discorso formazione) il problema è che i giovani sono sì una risorsa da formare, ma se poi sono diventati bravi ma non trovano terreno fertile, vanno via. Ne beneficiano territori o nazioni diverse e molte volte non è una scelta ma una necessità.
Quindi i bandi regionali tendono a formare i giovani, ma se intorno non c’è un ecosistema pronto a sostenerli loro vanno via.

Sono i senior a salvare il territorio
Quindi il giovane và sostenuto, aiutato, ma anche invogliato a rimanere nella propria terra. Da giovane diventerà senior, avrà uno stipendio e una famiglia. Ed è così che potrà investire il suo denaro e il suo tempo nel proprio territorio contribuendo allo sviluppo di altri settori come l’edilizia, i trasporti e tutto quello di cui una famiglia ha bisogno.
Formare giovani per poi farli andare via è un doppio investimento sbagliato: si spendono fondi in formazione e non c’è un ritorno economico. Se le regioni fossero un’azienda (e lo sono) la formazioni “cieca” verso i giovani è sicuramente un investimento sbagliato.

Oltre i giovani c’è il telelavoro
Avevo già affrontato i benefici del telelavoro come risorsa per il territorio in questo articolo http://tmblr.co/Z_qday13gD9QV
C’è da aggiungere qualcosa. Se viene incentivato in modo sistematico il telelavoro, molte persone potranno decidere di tornare a lavorare e vivere nella propria terra di origine. Questo significa “spendere” e “constringere” il territorio ad organizzarsi per offrire i classici servizi che si trovano in città. Quindi asili nido, parchi giochi, servizi alle famiglie.
La forte carica lavorativa classica delle regioni del nord-ovest è un modello che si può esportare in tutta Italia e su questo tema il telelavoro è fondamentale.

Ma al telelavoro dobbiamo aggiungere una corretta gestione dei nostri giovani.